La condizione socio-economica dei Sardi è di una tale gravità che non si può non andare allo sciopero generale.
Organizzare la protesta contro il governo Monti e la sua manovra che sta portando allo stremo l’intera Sardegna non è impresa particolarmente ardua considerando “il forte incazzo” dei lavoratori che col loro stipendio non comprano più nulla, dei problemi dei cassintegrati, dei precari o dei pensionati, dei giovani che non possono avere alcuna possibilità di fare il salto sociale: il loro ascensore infatti non solo è fermo ma sta in un piano inferiore a quello dei loro padri.
Perciò tocca a Luigi Angeletti “… disvelare il grande inganno di cui siamo prigionieri in Italia da molto tempo e cioè che il nostro paese, la Sardegna, gli italiani verranno salvati dalla finanza, dai sacrifici che i cittadini devono fare e dalle tasse che dobbiamo pagare prevalentemente i lavoratori dipendenti ed i pensionati …” l’idea della classe dirigente politica che confonde i risoluzione dei problemi sociali umani con una visione fredda e ragionieristica che di umano ha ben poco.
Ora ci domandiamo (e non siamo i primi): ma in Sardegna esiste o esisterà una pubblica opinione?
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Buona visione e riflessione. Luigi Pilloni